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Comunicato Stampa del Consiglio Nazionale del Notariato





Eredità digitale, allo studio un protocollo italiano per gestire il patrimonio on-line



Milano, 4 dicembre 2014 - Dati personali, archivi locali o su cloud, investimenti gestiti online, blog, profili social, non hanno soltanto un valore emotivo ma anche economico. Offrire ai cittadini strumenti per una corretta gestione dei propri dati personali in rete e delineare possibili soluzioni sul tema dell’eredità dei beni e contenuti virtuali, diventa quindi una necessità sempre più forte. Se ne è discusso oggi a Milano in occasione del convegno: “Identità ed eredità digitali. Stato dell’arte e possibili soluzioni al servizio del cittadino” - organizzato dal Center on International Markets, Money and Regulation dell’Università commerciale Luigi Bocconi, con il Consiglio Nazionale del Notariato e il Prof. Oreste Pollicino, RULES Bocconi - al quale hanno partecipato, tra gli altri, Stefano Rodotà, coordinatore della commissione per la stesura del "Bill of rights" di Internet; Tom Smedinghoff, chair of the American Bar Association Identity Management Legal Task Force, e Alessandra Poggiani, direttore Agenzia per l’Italia digitale.

Il Notariato italiano si è interessato al problema dell'eredità digitale dal 2007 con la pubblicazione di uno studio per definire un quadro operativo sul tema. Dall’altra parte i grandi operatori della rete stanno progressivamente sviluppando un radicamento più netto nei singoli Paesi ove si trova la loro utenza. È oggi possibile pensare ad un dialogo a livello locale, basato sulla legge italiana, per questo motivo il Notariato si è fatto promotore, insieme al Prof. Oreste Pollicino, di un’iniziativa in tal senso, con un manifesto diffuso su medialaws.eu (www.medialaws.eu/manifesto-identita-ed-eredita-digitale/) cui ha fatto seguito l’istituzione di un tavolo di lavoro al quale già hanno aderito Google, Microsoft, l’Università commerciale Luigi Bocconi e lo Studio legale Portolano Cavallo.

L’evento di oggi è, infatti, un primo frutto di questo tavolo che si propone di studiare in maniera congiunta soluzioni su due temi:

- L’identità digitale. In rete, l’identità è un concetto flessibile, talvolta però risulta desiderabile (per ragioni, in senso ampio, di accountability) che determinate operazioni siano legate ad un’identità fisica accertata con sicurezza. Tra le diverse iniziative è allo studio una campagna di sensibilizzazione nei confronti dei cittadini sull’uso corretto e consapevole dei propri account e delle informazioni ivi custodite.
- L’eredità digitale. Nell’era digitale diventa necessario definire la sorte dei propri beni virtuali considerato che spesso i servizi di gestione dei dati online non sono basati in Italia e seguono quindi la legislazione straniera. Far valere presso un operatore USA le regole di una successione italiana non è esercizio agevole. Il tavolo quindi si propone di sviluppare un protocollo che agevoli gli eredi di un utente scomparso nei rapporti con l’operatore, al fine di facilitare l'accesso alle risorse online del defunto. I notai, con la loro capillare presenza sul territorio, sono pronti a fungere da trait-d'union tra il cittadino e gli operatori, facendo pervenire a questi ultimi le informazioni necessarie secondo una procedura telematica concordata, in modo da ridurre per quanto possibile costi e tempi d'attesa. La soluzione italiana potrebbe altresì rappresentare un caso pilota a livello europeo.

Secondo un sondaggio a cura di McAfee (luglio 2014) a livello globale in media è pari a 35.000$ il valore dei beni virtuali memorizzati sui nostri dispositivi digitali. In cima alla classifica ci sono i ricordi personali, foto e video con un valore di 17,065$.

Seguono le informazioni personali (sanitarie, finanziarie, ecc.) con un valore di 6.400$, le informazioni di natura professionale con un valore di 4.381$, le informazioni relative ai progetti e hobby con un valore di 3.318$, le comunicazioni personali con 2.147$ e infine file ludici/di intrattenimento con un valore di 1.721$. A ciò va aggiunto che il 72% degli utenti è a rischio furto di identità o di frodi online, il 55%, inoltre, memorizza contenuti digitali su dispositivi che sono impossibili da ricreare o riacquistare, e il 31% è a rischio furto o perdita del dispositivo.

 
 
 
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